Beato Domenico Lentini Sacerdote
Nato a Lauria (Potenza) il 20 novembre 1770 da genitori contadini, il beato Domenico Lentini divenne prete nel 1794 e si dedicò alla predicazione tra le persone di tutte le condizioni: dai dotti ai più umili, che beneficava con gesti di carità. Anche improvvisi: era capace di togliersi scarpe, calzoni e camicia, restando solo con la tonaca sulla pelle, per andare incontro a un bisognoso. Si dedicò anche all’educazione dei giovani. Conobbe anche dure prove: fu calunniato presso il vescovo da un sacerdote e passò per gli anni di fuoco della Rivoluzione napoletana del 1799. Morì a Lauria il 25 febbraio 1828. E’ beato dal 1997. (Avvenire)
Patronato: Lauria (PZ)
Martirologio Romano: A Lauría in Basilicata, beato Domenico Lentini, sacerdote, che nella sua terra svolse fino alla morte un fruttuoso e molteplice ministero, reso fecondo da una vita di umiltà, preghiera e penitenza.
Il Beato Domenico Lentini nasce nella città Lauria, il 20 novembre 1770 da Macario e Rosalia Vitarella, di povere condizioni economiche, già a 14 anni segue la vocazione al sacerdozio.
Il 21 settembre 1793 è ordinato Diacono. L’8 giugno 1794 è ordinato sacerdote. Infiammato dallo Spirito Santo, sì da essere descritto dai contemporanei “un angelo all’altare”, anche a causa delle frequenti estasi. Don Domenico si dedica con tutte le sue forze alla confessione, evangelizzazione, predicazione e catechesi non solo a Lauria, ma anche nei paesi, del circondario. I quaresimali, le missioni, le omelie, toccano il cuore di tutti, infondendo la fede nei suoi uditori.
Con Gesù Cristo Crocifisso, ha tenera devozione verso la Madre Addolorata. È di profonda cultura, che mette a disposizione di tutti. Per trenta anni ragazzi e giovani affollano la sua povera casa in una vera e propria scuola cattolica. Insegna gratuitamente lettere e scienze, osservando Egli una strettissima povertà volontaria, vedendo Cristo nei bisognosi dona quanto modestamente possiede: vestiti, pane e il poco denaro. Vive in continua aspra penitenza: cibi frugali, mortificazioni corporali, vesti logore, cilizi e flagellazioni, pochissimo sonno e il pavimento per giaciglio. Con queste e altre opere penitenziali si offre a Dio Padre in espiazione dei nostri peccati. E’ dotato dal Signore di molti carismi di profezia, scrutazione dei cuori, miracoli. Il 25 febbraio 1828, dopo un’agonia vissuta nel completo abbandono mistico, il servo buono e fedele è chiamato a prendere parte alla gioia del Suo Signore. La glorificazione di don Domenico Lentini comincia già subito con i suoi funerali, celebrati in Lauria per sette giorni consecutivi e con grande partecipazione di popolo, intervenuto da tutto il circondario. Il Suo corpo, martoriato da flagelli e digiuni, per tutto il tempo rimane flessibile e caldo, effonde sangue vivo e soave odore. Si aprono i suoi occhi davanti all’Ostia Santa, ai suoi parenti ed amici, ai miscredenti. Prodigiose guarigioni e numerose conversioni avvengono presso il suo feretro e la fama di santità si afferma ovunque.
Le grazie e i miracoli, ottenuti per l’intercessione del Beato Domenico Lentini, durante la sua vita terrena o presso la sua tomba nella Chiesa parrocchiale San Nicola di Lauria, oppure altrove, sono stati sempre in gran numero: guarigioni di paralitici, ciechi, tisici, deformi, muti, dementi, malati di tumori e fistole, sterili, partorienti in difficoltà. Tra i tanti prodigi vogliamo ricordarne qualcuno. Il 14 luglio 1828, da Papasidero (CS) portano alla tomba del Lentini la ragazza Angiola Rosaria Maiolino, paralizzata totalmente da due anni. Alla presenza del vescovo Nicola M. Laudisio, guarito da tumore alla mano dal Beato Lentini proprio in quell’anno, del clero e di tanto popolo, dopo suppliche piene di fede, la fanciulla si alza dal suo misero giaciglio, e, toccando il cilizio del Beato che le porge il vescovo, guarisce totalmente. Nel 1830 in Lauria avviene la guarigione istantanea del figlio sordomuto di Angelo Maria Scaldaferri e Maria D’Andrea che portano il figlioletto presso la tomba del santo sacerdote, tra pianti e suppliche. A Viggiano nel 1834 risuscita il figlioletto di Vito Reale, di tre anni appena, morto annegato in una vasca di acqua e calce viva, dopo la devotissima preghiera del padre sconvolto, davanti all’immagine del Beato. Per Sua intercessione, nel 1905 a Lagonegro Agnese Mango, paralizzata da dieci anni guarisce istantaneamente.
Nel 1918, a San Paolo del Brasile, Domenico Pucci guarisce da tumore maligno.
Nel 1930, a Laino Borgo, Giuseppina Maiolino guarisce da sarcoma ad una gamba.
Il processo diocesano si celebra a Lauria. Il processo apostolico a Roma. Nel 1935 il papa Pio XI dichiara Venerabile il Servo di Dio Don Domenico Lentini ed eroe delle virtù teologali e cardinali. Nell’Arcidiocesi di Napoli, a Secondigliano, la signora Anna Maria Voria, gravemente ammalata e prossima alla morte, per intercessione del Beato Domenico Lentini, il 21 settembre 1988, guarisce rapidamente e totalmente da metastasi diffusa causata da carcinoma uterino. L’evento prodigioso, sottoposto a meticoloso processo diocesano e alla rigorosa ricognizione apostolica presso la Congregazione dei Santi, produce il 17 dicembre 1996 la lettura del Decreto d’approvazione, alla presenza di Sua Santità il papa Giovanni Paolo II che, in Piazza San Pietro a Roma, il 12 ottobre 1997 dichiara solennemente Beato il Venerabile sacerdote Domenico Lentini da Lauria, dinanzi a migliaia di fedeli convenuti dalla sua attuale diocesi, dalla Regione intera e da ogni parte d’Italia. Per il terzo millennio cristiano l’umile e santo prete del Sud ancora ci annuncia: “Gesù è il mio tutto!”. Innumerevoli sono le intercessioni del Beato Domenico Lentini da Lauria, specie a chi chiede favori per la salute o a chi dovrà subire un delicato intervento chirurgico.
Se si volessero elencare miracoli e grazie, ottenuti per la Sua benevolenza, non basterebbe un fiume d’inchiostro; infatti, non esiste un fedele che gli si è rivolto senza ottenerne favori. Avvengono addirittura circostanze di persone in gravi difficoltà di vario genere cui è apparso, in incognita, elargendo consigli e assicurazioni circa lo stato di difficoltà di questi riconoscendolo successivamente tramite una foto o qualche particolare.”
PREGHIERA per la canonizzazione del Beato Lentini:
Signore, che sempre rinnovi e santifichi la tua Chiesa con la forza del tuo Spirito e susciti in essa tuoi servi che più intimamente partecipano al tuo mistero pasquale, degnati di glorificare il sacerdote Beato Domenico Lentini che consumò la sua vita nell’amore a Te e ai fratelli. Per sua intercessione concedimi la grazia di cui ho tanto bisogno. Per Cristo nostro Signore. Amen
Autore: Ferdinando Del Duca
Ruggero di Lauria
Ammiraglio di Sicilia e di Aragona sotto Pietro, Giacomo e Federico d’Aragona, rRuggero nacque a Lauria. Sconfisse provenzali, francesi e pugliesi delle flotte di Carlo d’Angiò nel Tirreno, nello Jonio e nel Mediterraneo. La sua qualità fu il genio militare e navale che gli permise di vincere tutte le battaglie in cui si impegnò. Macchiò, però la sua fama perchè fu molto spietato e duro con i vinti ed i prigionieri ed inoltre fu eccessivamente avaro. Le sue più brillanti campagne sono quelle del 1284 e 1285. Per la vastità è impossibile elencare tutte le sue imprese, ne ricordiamo alcune: la battaglia navale di Malta e di Castellammare di Stabia, la conquista delle Isole di Gerba (Tunisia), la battaglia navale tra Barcellona e Capo San Sebastiano, varie incursioni in Grecia e le numerose battaglie navali e di terra in Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania. Morì il 17 gennaio 1305 a Valenza (Sapgna) dove fu sepolto.
Nicola Santo
Nicola Santo nacque a Lauria nel 1889. si trasferì a Napoli dove, cominciò ad interessarsi della radiotelegrafia, escogitando una apparecchiatura che avrebbe dovuto impedire, secondo lo scopritore, la collisione dei treni. Trasferitosi a Parigi conobbe un’alta personalità nel campo dell’aviazione brasiliana: Alberto Santos-Dumonti. Questo avvenimento segnò per il Santo l’inizio di una vita piena di successi. Si recò in Brasile dove costruì un “hangar” per dirigibili che trasformò successivamente in una grande moderna officina di montaggio di veivoli dalla quale uscì il primo aereo costruito in Brasile. Fu nominato direttore tecnico del ministero dell’Aviazione, carica che conservò fino al 1938. Per lunghi anni visse nell’indigenza più totale, colpevole di non aver chiesto la cittadinanza brasiliana per non perdere quella italiana. Morì nel 1965.
Nicola Carlomagno
Nicola Carlomagno nacque a Lauria nel 1761. Dallo “Stato delle anime” (censimento) redatto dal curato del tempo De Mellis si apprende che a Nicola viene dato il titolo di “magnifico”, avente il significato di “appartenente alla borghesia, benestante e civile”. Appena ventenne conseguì la laurea in legge all’università di Napoli. Per non allontanarsi dai numerosi amici, le cui idee collimavano con le sue, volle rimanere a Napoli dove ben presto si affermò come avvocato. Liberale convinto, partecipò alla nascita ed alla costituzione della Repubblica Partenopea nel 1799. Fu membro del Comitato della Municipalità. Dopo la caduta della Repubblica Partenopea fu arrestato e condannato a morte quale reo di lesa maestà. Nicola Carlomagno fu il primo lucano a subire la morte per impiccagione. Il cadavere di Nicola Carlomagno fu gettato nella fossa comune. Furono confiscati tutti i beni della famiglia, che cadde nella più squallida miseria. Nel 1899, al compimento del centenario della morte del nostro martire, l’Amministrazione comunale di Lauria lo ricordò ai posteri con una lapide murata prima sulla facciata del teatro che sorgeva in via Roma, e successivamente trasferito nell’atrio del palazzo comunale di fronte alla lapide dei caduti nella guerra 1915-18.
Mariano Lanziani
Il pittore Mario Lanziani nacque a Lauria il 12 febbraio 1883. Frequentò a Napoli l’Istituto delle Belle Arti. Eseguì lavori nelle chiese della diocesi di Policastro, in quelle della Calabria e del Salernitano. Tra i tanti affreschi eseguiti i più ammirati sono: il grande dipinto nella chiesa di San Nicola di Rivello, la bellissima “Natività” e la splendida “Disputa di Gesù nel Tempio”. Opere di inestimabile valore furono eseguite nel Santuario del Monte di Viggiano. Dipinse una grande tela in una cappella gentilizia del cimitero di Taormina ed è molto famoso un quadro raffigurante San Francesco di Paola che attraversa sul mantello lo stretto di Messina. Nel Municipio di Lauria vi è un quadro molto ammirato che il Lanziani offrì al Comune, dove in 4 rosoni sono dipinte le immagini di illustri personalità lauriote.
Lorenzo Brancati
Il Cardinale Lorenzo Brancati è considerato uno dei più dotti uomini in Italia del XVII sec. Nacque a Lauria il 10 aprile 1612; il suo nome di battesimo fu quello di Giovanni Francesco che mutò Lorenzo Maria. Ebbe come precettore in Lauria l’avv. Aquilante Vitale da cui apprese la grammatica e la dottrina cristiana. Nel 1636 divenne sacerdote e nel 1647 fu assunto Segretario dell’Ordine dei Minori Conventuali. Ebbe la nomina a lettore di teologia alla sapienza da parte di Papa Innocenzo X, Papa Alessandro VII lo nominò Consultore e Qualificatore del S. Ufficio, Consultore della Santa Congregazione dei Riti, Esaminatore Sinodale e dei Vescovi, Consultore della Santa Visita, dello Stato dei Regolari, della Concistoriale e Primo Custode della Biblioteca Vaticana, nonché Prefetto della Propaganda Fide. Alla morte di Papa Innocenzo XI (1689) sfiorò la Soglia Pontificia perché vi fu l’opposizione del Re di Spagna che si avvalse di un diritto che avevano alcuni imperatori e sovrani, protettori della Santa Romana Chiesa, per impedire l’elezione di un cardinale indesiderato dalla dignità pontificia. Morì il 3 novembre 1693.
Nicola Miraglia
Nicola Miraglia nacque a Lauria il 3 settembre 1835. Conseguita la laurea in giurisprudenza fu nominato dal “prodittatore della Sicilia” Antonio Mordini, suo segretario. In seguito entrò nel Ministero dell’Agricoltura, dove raggiunse ben presto la promozione a Direttore Generale. Nel 1892 fu eletto Deputato al Parlamento per il circondario di Lagonegro. Sei anni più tardi il Miraglia accettò la nomina a Direttore Generale dell’ormai collassato Banco di Napoli che risollevò in quindici anni di sana amministrazione. Per questo gli fu conferita la cittadinanza onoraria della città di Napoli, il Consiglio di Amministrazione del Banco, a titolo di gratitudine, lo ricompensò con un milione di lire, mentre il re Vittorio Emanuele III lo nominò conte.
Francesco Maria Gallo
Francesco Maria Gallo nacque a Lauria il 26 ottobre 1789. Laureatosi a Napoli in giurisprudenza, esercitò la professione di avvocato con serietà ed onestà. Fece parte della schiera dei giovani liberali di Lauria affiliati alla società segreta dei carbonari. Ammiratore di Giuseppe Mazzini, il Gallo aspirava alla costituzione di un’Italia libera a forma repubblicana democratica ed unitaria. Partecipò, ai molti politici della Basilicata; fu arrestato e condannato al carcere dove rimase fino al 1852. Caduti i Borboni, dopo il Plebiscito del 1860, il Gallo per primo fece sventolare dall’alto della collina dell’Assunta la bandiera nazionale. Il 27 gennaio 1861, quando ancora la capitale era Torino, si votò per la nomina dei deputati al Parlamento: Francesco Maria Gallo fu eletto nella sezione di Lauria.